Ptosi Palpebrale Neurogena: nuove prospettive nel trattamento chirurgico e revisione della letteratura

Riccardo Ganassi
Università degli studi di Siena


Abstract

Introduzione: Per ptosi palpebrale si intende un patologico abbassamento della palpebra superiore, mono o bilaterale, conseguente ad anomalie congenite o acquisite del muscolo elevatore della palpebra o del muscolo di Muller. Tale condizione si manifesta con l’impossibilità nel sollevare la palpebra superiore accompagnata a una restrizione della rima palpebrale.

La ptosi va distinta in forme congenite e acquisite, e, in base al grado di abbassamento, in lieve se non supera i 2 mm, media se compreso tra 3-4 mm, grave se superiore a 4 mm. Le forme congenite sono essenzialmente dovute a uno sviluppo anomalo del muscolo elevatore della palpebra o a un’inadeguata migrazione neuronale. Le forme acquisite, invece, possono essere suddivise in base alla causa in ptosi: miogenica, neurogena, aponeurotica, meccanica, traumatica e pseudoptosi.

L’obiettivo di questo articolo è valutare l’efficacia e l’importanza della tecnica chirurgica di sospensione del muscolo elevatore palpebrale al muscolo frontale nella correzione della ptosi palpebrale neurogena, esaminando e confrontando i risultati del nostro approccio chirurgico in accordo con la più recente letteratura

Metodi: Presso la U.O.C. di Neurochirurgia di Siena abbiamo analizzato retrospettivamente i pazienti, operati tra gennaio 2020 e settembre 2021. Sono state eseguite un totale di 4 procedure su 4 pazienti differenti, che si sono recati presso il nostro centro per la correzione della ptosi palpebrale neurogena. I casi erano così rappresentati: 2 uomini e 2 donne, con età media all’intervento di 59 anni, tutti presentanti un deficit completo del III nervo cranico, rispettivamente 3 a destra e 1 a sinistra. I pazienti erano stati in precedenza operati presso altre sedi per la correzione d i altre patologie: 3 per angioma e 1 per neurofibroma. Tutti i casi sono stati sottoposti a intervento di sospensione del muscolo palpebrale al muscolo frontale mediante approccio anteriore, utilizzando un filo non riassorbibile in Ethibond 2/0.

Risultati: La tecnica chirurgica adottata, con particolare attenzione all’utilizzo di punti di sutura non riassorbibili in Ethibond 2/0, ha permesso una ripresa completa della motilità palpebrale, avvenuta a distanza di tre settimane dall’intervento chirurgico, e, all’attuale follow-up, non si riscontrano complicanze, ma un ottimo risultato estetico. Conclusioni: Come si evince dalla letteratura recente, non esiste un consensus sul tipo di tecnica chirurgica e sui materiali da utilizzare nel trattamento della ptosi palpebrale neurogena. L’analisi della nostra casistica, seppur di numero esiguo, rivela, però, dei risultati promettenti, che possono avere un risvolto efficace nella pratica clinica e chirurgica, eleggendo la tecnica di sospensione al muscolo frontale a tecnica da prediligere e adottare, dimostrandosi efficace sia per quanto riguarda il risultato estetico che per l’assenza di complicanze che altre tecniche contemplano.

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Ptosi Palpebrale Neurogena: nuove prospettive nel trattamento chirurgico e revisione della letteratura – Riccardo Ganassi (Università degli Studi di Siena)